1922382_10201581988932867_1039116280_nU.S.D. Centro Storico Lebowski è il nome assegnato alla società sportiva dal movimento del Lebowski, formato nel suo complesso dalla volontà della curva e da chi ha a cuore la sorte di questo progetto.

La società è quindi da considerarsi emanazione diretta della curva e la sua dirigenza è soggetta al giudizio di merito sull’operato della prima, sulle questioni concernenti la diffusione dei valori e della mentalità che il Lebowski vuole esprimere. I dirigenti della Società sono estrapolati dalla curva, dal quale si differenziano solo per le mansioni e i ruoli di competenza, ma non per il potere o per incongruenze di veduta.

Il Lebowski è un progetto che si basa sul calcio come veicolo di aggregazione e di espressione tra persone libere e consapevoli della loro libertà all’interno del gruppo e della società intera.

Lo sport come tale deve garantire la continuità di un movimento che da esso si svilupperà in inconsapevoli direzioni sempre finalizzate alla Liberazione dell’uomo da sè stesso e dai vincoli creati da sè stesso nel suo macro-sistema; una liberazione spirituale ed intellettuale che non farà della teoria preesistente il suo punto di partenza ma della realtà auto-creatasi teoria per nuove speculazioni.

Rendere dignità all’essere umano nella sua complessità significa non porlo di fronte a norme verticali e coercitive ma orizzontali e compartecipate: la consapevolezza di poter essere un elemento essenziale dell’organismo e di poter cambiare la conformazione di questo in base alle proprie azioni conferirà al membro uno stato di sicurezza e di responsabile incoscienza che lo solleverà dalla pericolosa bolla dell’alienazione da sè stesso e dalla sua realtà. Possiamo infine assumere che un senso a questo progetto possa essere sicuramente quello di creare un sistema dentro al mondo circostante dove la realtà di ognuno è percepita Realtà, la propria realtà. Le forme e i contenuti di questo processo sono totalmente questioni di secondo livello che non potranno mai causare variazioni nell’antropologico concetto suddetto.

E’ compito di tutti la salvaguardia di questo quotidiano miracolo.

Le incompatibilità tra il nostro modo di essere e le norme e consuetudini delle sovrastrutture del sistema nel quale siamo per forza di cosa inscritti dovranno servire da spunto per elaborare strategie atte alla sopravvivenza del Lebowski e alla propagazione degli effetti delle sue azioni tra le persone. Dovremo esser bravi a non cadere nella trappola della Verità, granitica e immutabile, in quanto questa non esiste come principio naturale e sicuramente non è insita nel sistema macro nel quale viviamo: considerare sempre l’esterno dall’interno come una forzosa convivenza ci permetter? di non alterare le dinamiche interne per far fronte ad ogni nemico della nostra unità.

Le recenti vicende dimostrano quanto dobbiamo migliorare da questo punto di vista: salvaguardare la nostra identità significa non fuggire o nascondersi ma bensì affrontare tutte le spinose avversità della realtà dalla quale siamo alienati appropriandoci dei suoi strumenti di combattimento e delle sue tecniche di seduzione. Il ripudio anche solo parziale verso la realtà che ci circonda deve costituire un’arma della coscienza interiore per fronteggiare tale realtà proteggendo la nostra, e non uno scoglio all’attuazione di strategie mirate a questo fine in nome di principi nati all’interno della medesima realtà dalla quale noi cerchiamo l’esilio.

Questo concetto di elasticità mentale deve essere sempre il faro che guida chi avrà le responsabilità maggiori sul nucleo, ovvero semplicemente chiunque abbia a cuore il Lebowski.

Finchè saremo ancora disposti a sacrificare del tempo personale per questa causa, nulla sarà perso.

AVANTI CENTRO STORICO LEBOWSKI

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