COMUNICATO SULLE LIMITAZIONI ALLE TRASFERTE

16/02/2020

Era la prima metà degli anni 2000 quando abbiamo iniziato a seguire il Lebowski in III Categoria. Sono gli stessi anni in cui il calcio italiano ha trasformato la sua anima: la televisione e non più lo stadio diventava il contenitore del gioco.
Ci siamo messi insieme in quei tempi dove ogni giorno in curva ci si chiedeva che altro potessero inventare: via i fumogeni, i megafoni, i tamburi; gli striscioni dovevano essere autorizzati dal questore; le trasferte proibite; le diffide preventive; il biglietto nominativo; i tornelli; la Tessera del tifoso.
La storia del Lebowski non può essere capita se non si tiene conto di cosa siano stati gli anni 2000 per chi amava il calcio visto dalle curve.

Consapevoli o no, col Lebowski abbiamo potuto continuare a godere della compagnia dei nostri amici diffidati, a respirare le trasferte libere, l’aria nello stesso tempo selvaggia e intima delle gradinate.
Oggi siamo una cosa molto diversa da quegli anni irripetibili: stiamo creando un Club dove il protagonismo diretto di tifose e tifosi disegna il presente e il futuro; siamo una comunità che tiene insieme gente di ogni età e di ogni provenienza; siamo capaci di costruire una scuola calcio da un giardino chiuso e di creare modelli educativi che ci sembrano parlare “del sogno di una cosa”; siamo pure famosi per come cuciniamo il pesce.

Tra le tante cose che sono cambiate, una non lo è. Ci piace ancora andare in trasferta in modo libero, come ci hanno insegnato gli ultras più vecchi e come cerchiamo di insegnare ai più giovani. Veniamo da questa storia e quindi oggi non ci sorprende vedere la stessa modalità di sempre: trasferte vietate, biglietti nominativi, articoli scandalistici. Non siamo sorpresi perché conosciamo bene la visione del mondo che sta dietro queste disposizioni. E’ un modo di vedere il gioco e la società completamente diverso da quello che abbiamo.

Questa premessa crediamo sia doverosa per ribadire e chiarire due cose: la nostra storia, la nostra nascita, la nostra crescita, si posizionano in un percorso di rottura con il presente. Si posizionano, cioè, in un solco ben più grande che raccoglie le istanze di lotta, di conflitto, di immaginazione e creazione di una realtà diversa da quella in cui viviamo. La seconda cosa che abbiamo bisogno di chiarire è che questo comunicato non deve essere, nella maniera più assoluta, interpretato come un piagnisteo: rivendichiamo il lato che ci siamo scelti tanti anni fa. Come diceva Guccini, “non scampa, tra chi veste da parata, chi veste una risata”.

Scriviamo questo testo per sottolineare, ancora una volta, la TOTALE INCONSISTENZA VALORIALE della repressione.

Quindici secondi di tensione, qualche voce grossa e un paio di reciproci spintoni con la polizia, avvenuti in una giornata di assoluta serenità, nella quale nessuno si è sentito in pericolo, hanno scaturito la partenza di una linea discontinua e rimbalzante, che parte da Piombino, passa dalle questure di Pisa e Livorno e arriva fino a Roma, nei lontani e freddi uffici dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, per poi tornare indietro come violazione di libertà fondamentali. Sembra di vederle, quelle persone riunite attorno a un tavolo che parlano di realtà a loro sconosciute, e fanno vibrare timbri ministeriali come ghigliottine. E quindi la prima trasferta vietata della nostra storia, ad Atletico Etruria, società amica che ha colto, incredula, l’occasione di mostrarci solidarietà e vicinanza. Nel mezzo, un’altra trasferta, a Montalcino, provincia di Siena: nessuna limitazione e ovviamente, come sempre, giornata di festa e divertimento per locali ed ospiti. Domenica andiamo a giocare a Cecina, città con i cui tifosi ci ha legato per anni un gemellaggio. Ma siamo in provincia di Livorno, quindi Questura e Osservatorio fanno di nuovo partire la tagliola: limitazione a 50 biglietti NOMINALI, quindi indicazione delle generalità di tutti i presenti nel settore ospiti, con specificazione dei soggetti che dovessero portare tamburi e megafoni. Striscioni ignifughi, comunicazione alla Questura del loro contenuto, limitazioni sulle dimensioni. Davvero qualcuno pensa che ci sottoporremmo a una cosa del genere?

Il Centro Storico Lebowski, la sua Curva, sono spazi fisici ed emotivi che, quindici anni fa, spinti dalla nostra incorreggibile passione per la libertà, abbiamo aperto e autogestito fino ad oggi. E questo non cambierà mai.Sullo Statuto c’è scritto che la nostra Cooperativa Sportiva promuove la cultura del tifo, del tifo libero. E noi, oggi, paghiamo semplicemente questo.

Stretti nel paradosso e con la delusione nel cuore, invitiamo i tifosi e le tifose del Lebowski a non chiederci di acquistare il biglietto della partita: lasciamo aperta la possibilità di poterlo fare (e nel caso, dovrete tassativamente richiedere il tagliando a noi, queste le indicazioni della Questura), ma il nostro desiderio è quello di ricevere la complicità di tutto il nostro ambiente nella posizione che stiamo prendendo.
Vi invitiamo caldamente invece, a venire domenica al nostro stadio a Tavarnuzze, dalle 10.30 in poi, per vivere questa giornata tutti insieme, a modo nostro.

AVANTI CENTRO STORICO LEBOWSKI
AVANTI ULTIMI RIMASTI

immagine articolo