COMUNICATO DEL CENTRO STORICO LEBOWSKI
Sono mesi ormai che cerchiamo il più possibile di tenere alta l’attenzione su quello che sarebbe stato il futuro del Centro Storico Lebowski, per quanto concerneva il bando di assegnazione dello Stadio di San Donnino, comune di Campi Bisenzio. Ebbene, il 28 giugno è uscito il bando, ieri è scaduto il tempo per presentare le domande, ed il Lebowski non lo vincerà e neanche lo perderà. Non ha potuto semplicemente partecipare alla gara.
Noi non siamo avventurieri, improvvisatori, speculatori.
Siamo ragazzi e ragazze che remano e puntano dritte le direzioni, siamo protagonisti che vogliono prendere in mano le proprie vite, valorizzare le proprie istanze, realizzare i propri desideri.
Ci siamo innamorati di San Donnino e del suo stadio e ci siamo sentiti di doverci arrivare in punta di piedi: ci siamo approcciati al territorio con infinito rispetto, conoscendo i precedenti gestori del campo, le associazioni del territorio, le anime del paese; abbiamo stretto legami importanti con la popolazione, dal Comitato genitori dell’Istituto Comprensivo La Pira alla Fratellanza, da Spazio Reale a Sport Idea.
Abbiamo pensato (e solo iniziato a realizzare) un progetto di Sport e socialità che non ha avuto bisogno di chiedere un favore né un euro a nessuno. Per due anni abbiamo investito energie, tempo e denaro nel pianificare prima e fare calcio poi. Nel pensare e creare tutti insieme il nostro calcio.
Cos’è il nostro calcio? Uno stadio pieno, impianto sportivo aperto alle necessità del quartiere: socialità, solidarietà, aggregazione, sostenibilità e, non per ultimo, attività sportiva di qualità.
Cosa dovrebbe volere di diverso chi amministra un territorio?
Cosa chi lo vive?
Una delle nostre “armi” più importanti per quanto riguarda i rapporti con le istituzioni è l’agire senza nessun tipo di interesse che non sia la passione. Ed è qui che sta il problema.
In molti a San Donnino hanno sostenuto i nostri sforzi (il presidente del C.S. San Donnino Romeo Colzi è stato tra i primi a credere in noi) , aggiungendo passioni alla nostra passione. Chi invece ha innalzato un muro tra il nostro progetto e la sua realizzazione sono state, guarda caso, le istituzioni stesse di Campi Bisenzio.
Abbiamo trovato di fronte a noi un interlocutore che ha ripetutamente risposto alle nostre istanze: “Chi ce l’ha più lungo se lo tira: uscirà un bando, e se sarete abbastanza forti vincerete”.
E allora noi, con sulla faccia il ghigno di chi non ha nessun interesse da perdere, ci siamo preparati al bando, intessendo e investendo su relazioni che avrebbero portato risorse umane e finanziarie e costruendoci attorno il nostro progetto. In quest’ottica vanno inquadrate la progettazione e la realizzazione (a nostre spese) di un’area di giochi per la motricità e la coordinazione di bambine e bambini e la collaborazione con la Cooperativa La Riforma, sui temi del disagio psicologico e del sostegno scolastico.
Non stiamo qui ad elencare le prepotenze, le prese per i fondelli, i silenzi, le bugie che ci sono state propinate in questo anno da chi, di fronte alla popolazione, ha garantito l’uscita di un bando trasparente e aperto a tutte le realtà interessate.
La verità è che a Giugno, rimangiandosi due anni di promesse e rivoluzionando vent’anni di storia calcistica dello stadio di San Donnino, ci hanno detto – fuori dalle palle, il bando è solo per il Rugby.
Ridurre la gara a un soggetto monopolista vuol dire aumentare le spese per la comunità perchè, non avendo competitors, esso può permettersi di fare all’amministrazione qualsivoglia offerta.
La responsabilità più grave dell’istituzione comunale è stata quella di rinunciare (in barba ai princìpi che dovrebbero manovrarne l’agire) a prendere anche solo in considerazione la montagna di risorse umane, sociali ed economiche che noi siamo (stati) capaci di mettere a disposizione del territorio tramite l’autogestione e l’autofinanziamento.
Questo è il danno che loro hanno creato alla comunità tutta.
Domandiamo così alla cittadinanza: qual’è il modello di calcio, socialità e gestione della cosa pubblica a cui bisogna mirare?
Questa storia ci consegna tre riflessioni:
La prima è che se pensavamo di sapere come le istituzioni depauperano il nostro territorio nella miseria dei rapporti sociali, negli arroganti interessi clientelari, nell’abbandono e speculazione dei luoghi di socialità e aggregazione, adesso ne abbiamo avuto l’ennesima riprova, di nuovo sulla nostra pelle.
La seconda è che non abbiamo alzato il vespaio che una faccenda del genere meriterebbe, e quindi abbiamo ancora una volta subito una prepotenza. Ciò ci fa capire quanto ancora ci sia da lavorare, per chi vuole cambiare questa società, per aumentare i rapporti di forza. D’altra parte, perdere tempo con figure tanto squallide ci è sembrato meno importante di reagire e continuare a costruire il nostro percorso.
La terza è che siamo fieri di non essere sul mercato e di non essere strumento di nessuno. Continueremo a tenere alta l’attenzione su San Donnino, che altre speculazioni non ne merita.
C’è un adesivo attaccato su mille superfici di questa città e in ogni luogo del pianeta in cui la nostra carovana si è fermata. C’è scritto in grigio e in nero: Sempre i soliti piantagrane.
Abbiamo una gran rabbia e un grande entusiasmo, insieme ad un’enorme voglia di cambiare le cose e, per chi pensa di poterci scacciare via come una mosca, abbiamo un pensiero.
Occhio, che ci stiamo attrezzando.
AVANTI LEBOWSKI
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CSL STATEMENT
Florence, 21/07/2016
Over the last few months we have focused on the future of CS Lebowski and on a very meaningful matter: the notice of assignment of S. Donnino Stadium, our ‘dream home’.
On June 28th the announcement for the Stadium’s allocation has come out. Unfortunately CS Lebowski won’t be able to neither win or lose this as we were unable to take place in this ‘competition’.
For no apparent reason, in fact, the Council has decided to turn a stadium that was available to football teams for almost 60 years, into grounds only accessible to rugby teams. But, perhaps, there might be a reason after all… We are not adventurers, improvisers, speculators. We are kids who want to go straight to the point, who want to be the lead characters in their own life and make their wishes come true. We fell in love with S. Donnino and its stadium and we tiptoed our way in. We arrived in the area with infinite respect of its population, meeting with previous field managers, local associations, and the “souls” of the town; we have established strong relationships with the people, as with the primary school’s parents committee, with the local health institution and with adjacent sport facilities. We devised (and just started implementing) a project of sport and social relationships without asking for any money or any favors to anyone. For two years we have invested our energies, time and money in planning our football dream. In (re)thinking and creating ‘our’ football all together. What is ‘our’ football? A stadium full of people; a facility open to the needs of the neighborhood; sociability; solidarity; aggregation; sustainability and, last but not least, high quality sports activity. How could any Council want something other than this? How could any resident ask for something different? The only weapon we have in this ‘battle’ with the Public Institutions is to act with nothing other than passion.And this is where the problems lies.
Many people in S. Donnino supported our efforts ( the President of the former football club in town, the C.S. San Donnino, Mr. Romeo Colzi was one of the first ones to believe in us), adding passion to our passion. Those who raised a wall between our project and its realization were, coincidentally, the same institutions of Campi Bisenzio. They’ve told us we could win but then they ruled us out without even giving us a chance. We invested everything we had in our project, working on projects such as the design and implementation (at our expense) of a new playground to promote motor skills and coordination games amongst children as well as collaborating with an association that deals with psychological distress and support for kids within schools; this wasn’t enough. We’re not here to list other people’s wrongdoings, nor to recite the silences and lies we have been fed over the last 12 months. The truth is that in June, after 2 long years of promises and 60 even longer years of football history within the walls of S.Donnino’s Stadium, the notice of assignment is only accessible to our main opponent, a rugby club. This is a result of the changes the Council decided to implement only a few days prior to the date that applications could be submitted. Turning what should be a fair competition into a monopolist affair means not having options to choose from. With only one option left available, who’s to say that this is definitely the best one? By allowing only one contender to enter this ‘race’, the council doesn’t seem to have taken into account the human, social and economic resources that we had made available to the area; nor the fact that we were functioning as a self-managed and self-financed organization. This, to us, seems to be one of their biggest oversights in this matter. An oversight which will damage the local community A question for everyone who is reading this: do you think we have done anything wrong? Can you think of anything we could have done better for the community of San Donnino? From this whole experience we’d like to take 3 main teachings: The first is that we have had proof, yet again, that the institutions promote their own interests, and those of their clients, above anything else The second is that we have learnt how hard you have to work to implement positive changes in our society. This is why, even though we have been ‘bullied’, we’d rather get back to work and focus on our future, than waste time with people who don’t deserve it Lastly, that we are extremely proud to say that we cannot be manipulated or sold. Our involvement in this matter will continue as the community of San Donnino should no longer by exploited by anyone.
There is a sticker attached to a thousand surfaces of this city and in every place on the planet in which we’ve stopped by. It is written in grey and black: ‘sempre I soliti piantagrane’ (‘the usual troublemakers’). We have great enthusiasm, along with an enormous desire to change things and, for those who think that they can make us go away….beware, the dude abides. LET’S GO LEBOWSKI