Nel 2004 un gruppo di amici decise di seguire le sorti di una squadra di Terza Categoria fiorentina, l’A.C. Lebowski, che aveva la particolarità di perdere tutte le partite. Un po’ per scherzo, un po’ per la passione per il tifo derivante dalla militanza di qualcuno in Curva Fiesole, questo strano manipolo cominciò ad andare a vedere le partite organizzando il tifo con bandiere, striscioni e cori. Nel 2010, dopo ormai diversi anni al seguito costante della peggiore squadra di Firenze, quegli ultras diventano fondatori di una nuova società, l’USD Centro Storico Lebowski. Quando nel luglio del 2010 l’USD Centro Storico Lebowski è stato fondato, gran parte delle cose che sono accadute nei successivi quindici anni non erano lontanamente immaginabili. All’epoca il Club era così fragile che ben pochi avrebbero scommesso sulla sua durata oltre la prima stagione. Tra le tante cose incerte, poche cose erano chiare già da quei giorni lontani: il Lebowski doveva essere il primo grande esperimento in Italia di azionariato popolare calcistico. Ovvero, doveva essere il primo club italiano la cui proprietà fosse effettivamente collettiva, orizzontale, non scalabile. Questa visione aveva delle motivazioni etiche e politiche, ma nasceva anche dalla considerazione che la crisi di tante società sportive dilettantistiche (come di molte professionistiche) avesse origine in un modello di organizzazione molto rischioso. Se una società sportiva è retta da un presidente facoltoso o da un’azienda, la società sportiva è totalmente dipendente dalle sue fortune o sfortune, dai suoi capricci, dalla sua convenienza. Abbiamo incontrato troppi club che in poche settimane sono stati costretti a chiudere o a ridimensionare le attività per il disimpegno o le difficoltà del presidente. Una società sportiva è invece un patrimonio fondamentale di un territorio. È un luogo di educazione, di aggregazione, di divertimento, di salute. Non è possibile che possa sparire da un momento all’altro. E, soprattutto, deve essere in ogni momento accessibile a tutti e tutte. Per questo motivo, fin dall’inizio abbiamo scelto un modello organizzativo in cui non fosse “uno” a dare “tutto”, ma fossero in “molti” a dare quel “poco” che potevano. Se “tanti danno poco” ogni stagione il club ha una base solida e sicura su cui programmare ed evolversi. Il principale modo per dare quel “poco” che serve è diventare socio/a e mettere a disposizione le proprie energie e competenze per supportare concretamente le attività quotidiane, da quelle sportive a quelle sociali.
A livello sportivo abbiamo vinto tre campionati, passando dalla Terza Categoria alla Promozione, e nella stagione 2023/2024 abbiamo disputato una storica finale di Coppa, persa ai supplementari in uno stadio Bozzi colmo di migliaia di spettatori. Una serata che per anni continuerà a regalarci brividi di emozione, sospiri di dispiacere e una maledetta voglia di rivalsa. Nel 2015 abbiamo creato una Scuola Calcio in San Frediano, in pieno centro di Firenze, in un giardino pubblico su cui era in atto un contenzioso e una vertenza per fermare una speculazione immobiliare. Oggi conta centinaia di bambini e bambine tesserate, e si è anche evoluta in un settore giovanile maschile e femminile. Abbiamo una squadra Juniores che disputa il campionato regionale, una squadra femminile che è arrivata anche a disputare la Serie C, una squadra di Calcio a 5 maschile e una amatoriale di Calcio a 5 femminile. I soci e le socie del Centro Storico Lebowski, sparsi in tutti e cinque i continenti, hanno da poco superato il numero di 2000.