07/05/2013
Conclusa la stagione agonistica, il vice-presidente Marco Zwingauer ha condiviso questo messaggio sulla pagina fb del Centro Storico Lebowski:
“Non ho quasi mai utilizzato Facebook per comunicare qualcosa di vagamente serio, per? credo che ? soprattutto al termine di una stagione sportiva come questa ? sia il mezzo pi? efficace per esprimere alcuni pensieri, semplici, che vorrei rivolgere a tutta la comunit? grigionera.
Sono passati poco pi? di otto mesi dal primo giorno in cui la nostra squadra si ? ritrovata, al Galluzzo, per svolgere il primo allenamento. Era il 27 agosto e 27 erano anche gli uomini sul campo. Tante facce nuove e tanta speranza, ma infondo, in quel momento, nient’altro che un gruppo di persone che, per vari motivi tutti diversi tra loro, si ritrovavano insieme per cercare di raggiungere un risultato importante e storico in una Societ? con soli due anni di vita e un passato (e un presente) molto particolari. Ricordo bene che quando Vieri Morettini mi chiese che cosa fosse il Centro Storico Lebowski (era Luglio), io non risposi, ma dissi che la cosa migliore era aspettare e rendersi conto da soli di cosa significasse fare parte di un’ambiente come il nostro, con i suoi pro e i suoi contro. Oggi la stagione sportiva ? conclusa, il cerchio si ? chiuso, i pi? svariati dubbi e riserve che ognuno di noi poteva avere sono stati, credo, sciolti. In bacheca la nostra Societ? ha due trofei: un campionato vinto senza discussione e una Coppa conquistata contro uno dei Club pi? blasonati del panorama calcistico toscano davanti a oltre mille spettatori. E, inoltre, l’orgoglio di avere con tenacia affrontato anche le finali Interprovinciali. Ma c’? qualcosa che non sta sulle bacheche o negli annali, n? pu? essere scritto sui giornali o rappresentato in una fotografia, ovvero le emozioni che gli applausi scroscianti e i cori del post-partita di mercoled? hanno saputo comunicarmi e che mi hanno fatto ripercorrere in pochi minuti molte delle immagini di questi indimenticabili mesi in cui ho imparato da ogni singola persona appartenente al nostro ambiente qualcosa di unico, che porter? dentro di me per sempre. Applausi scroscianti per un gruppo di uomini veri, caparbi, coerenti, umili, oltre che ottimi giocatori dilettanti. Un gruppo guidato da un grande personaggio quale Andrea Serrau, un condottiero leale e sincero, che si ? insediato in silenzio nel nostro mondo e in punta di piedi e con uno stile di altri tempi si ? saputo conquistare (e meritare) la fiducia di tutti e l’amicizia e la stima di molti. E’ stato un onore condividere questi mesi con tutti voi. Poi c’? la curva, il cuore e la radice essenziale e originaria di questo Club, che ? ci? che ci anima ogni giorno e ci rende forti e orgogliosi di fare quello che facciamo. Ci sono i quindici minuti ininterrotti di cori durante l’intervallo di una partita in cui sei sotto 0-3, fuochi d’artificio in una notte di pioggia, la tensione nel buio del vecchio stadio di Castelfiorentino, l’urlo liberatorio di Sesto. Ci sono persone uniche che si sono aggiunte a chi gi? c’era, noi U.R.L, i ragazzi della Banda Rooney, ineguagliabili nella loro inossidabilit?, Matteo e i ragazzi e ragazze di Scandicci e tutti quelli che in questa lunga stagione si sono avvicinati al nostro mondo di pazzi scatenati, pazzi che si fanno anche i chilometri da soli, da Livorno, da Roma, da Colonia, da Parigi, da Castellammare, da Urbino e da altre citt?, per vivere qualche momento di grigionero, nei momenti in cui ?non si pu? non esserci?. E poi tutti i Calabroni, amatori del calcio ?non minore ma inferiore?, per citare lo stopper che ne ha difeso la maglia tutto l’anno. Un altro movimento nel movimento che ci ha fatto fare un po’ di corse e parecchie risate. Per questo ringrazio soprattutto Ascanio Galletti, mister alle prima armi che si ? difeso alla grande e assieme a lui coloro che lo hanno aiutato a portare il campionato (ormai) infondo. Se penso a tutto questo, se guardo indietro e osservo quello che abbiamo fatto, trovo gli stimoli per andare avanti e non mollare, in un mondo dominato da logiche sociali antitetiche all’aggregazione pura e al libero pensiero, alle quali cerchiamo di opporci ogni giorno come ultras, come uomini e come donne, ma che in parte si riversano anche sull’operato del nostro Club, che rischia sempre di rimanerne colpito. E se questo miracolo ? accaduto devo ringraziare tutti i compagni di viaggio, tutti, ma in particolare Francesco Guidi, che negli ultimi due anni con il suo lavoro silenzioso ma fondamentale ha dato la possibilit? al Centro Storico Lebowski di diventare una Societ? vera, organizzata, all’avanguardia, propositiva. E che mi ricorda sempre, con estrema puntualit?, quali sono i valori che devono animare il nostro progetto e ai quali non si pu? proprio rinunciare, perch? ineludibile e sovrani. Che sa meglio di tutti che cos’? il Centro Storico Lebowski.
E’ stata una stagione meravigliosa, GRIGIONERO NON MOLLA MAI! Grazie davvero”.