LA PROSSIMA TRASFERTA: CERRETO GUIDI

È una questione di priorità, o di qualità, non ricordo più bene. Di certo non una formalità. Come decidere di scrivere la rubrica o di farla finita con qualcuno e qualcosa.

Messe da parte le affinità, poche, e le divergenze, molte, tra l’ex “compagno” Giovanni Lindo e noi, ritorna la rubrica più osteggiata nei circoli (assolutamente non sferici) dei terrapiattisti.

Questa domenica si va a Cerreto Guidi, da non confondere con la stazione sciistica appenninica di Cerreto Laghi, che poi va a finire a schifìo.

Cerreto ha tante caratteristiche sfiziose, tra cui la curiosa statistica che a differenza di altri mille mila comuni italiani ha avuto un saldo positivo della popolazione dal 1860 fino ad oggi. Insomma, le famose crisi demografiche non ci sono mai state.  Sono passati dai 5600 abitanti del 1861 fino agli attuali 10993. Di poco, ma sempre in costante crescita.

È gemellato con il paesino francese di Saint-Marcel e con Pianello Val Tidone in provincia di Piacenza (chissà poi perché).

Ma veniamo alla sua storia: Cerreto Guidi ha giocato un ruolo fondamentale nel corso delle vicende locali, essendo situato in un luogo naturalmente fortificato grazie alla posizione elevata. Più precisamente Cerreto si trova nel punto in cui la valle dell’Arno si apre verso la piana di Pisa e verso la Via Francigena. Le prime testimonianze documentate in merito all’esistenza di Cerreto risalgono intorno all’VIII secolo d.C., ma sotto un diverso nome, quello di Cerreto in Greti, che deriva da una parola latina che si riferisce all’abbondanza di querce nella zona.

Poi però, dopo l’anno mille, passa da quelle parti la potente famiglia dei conti Guidi, vede il paese, dice “però non male Cerreto, pensavo peggio”, ci costruisce un castello e siccome sono sboroni e delle querce gliene frega poco mettono il loro nome al paese.

Ma quello che oggi è bianco domani può essere nero, i Guidi fanno un botto di debiti con Firenze e per ripagarne una parte le vendono il castello di Cerreto. Il castello però non interessa a nessuno e cade in rovina. Passano un paio di secoli e incontriamo Cosimo I de’ Medici che c’ha voglia di andare a caccia e farsi le pennichelle. È lì che sta guardando su Booking dove andare a fare un weekend di charme, quando passa uno e gli dice che è stato a Cerreto e gli fa “però non male Cerreto, pensavo peggio”. Allora Cosimo piglia due cavalli un po’ di legna va a Cerreto e costruisce un capanno da caccia, che tempo due tre fine settimana diventa una delle più belle ville medicee di tutta la Toscana.

Villa per cui spenderemo due parole mezze rubate da wikipedia:

La Villa Medicea è la principale attrattiva turistica di Cerreto Guidi. Dichiarata nel giugno 2013 patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, la residenza granducale sorge su un colle al centro del borgo rinascimentale, ornata dalle enormi rampe di scale simmetriche a zig zag, attribuite al Buontalenti.

Voluta da Cosimo I, che fece edificare una residenza di caccia piuttosto semplice verso il 1555, dopo l’annessione della cittadina nei possedimenti del Ducato di Toscana, fu ingrandita ed ampliata nel corso della seconda metà del XVI secolo. Fu utilizzata spesso dai Medici, in tutte le stagioni, sia per le battute di caccia, sia come punto di sosta nei loro spostamenti tra Firenze, Pisa o Livorno. Il 15 luglio 1576 la villa fu teatro del brutale assassinio di Isabella de’ Medici per mano del marito Paolo Giordano I Orsini. La donna venne strangolata, secondo la tradizione, oggi discussa, per punirne l’infedeltà. L’avvenimento viene ricordato ogni anno con La Notte d’Isabella, il più coinvolgente e suggestivo appuntamento dell’estate cerretese.

E ora qualche bel dato che ci fa sognare:

Stranieri: la popolazione straniera al 2016 era il 14,5% degli abitanti, di questa almeno due terzi sono cinesi. Ma, fermi tutti, c’è un oceanico: un australiano! Chi sa qualcosa su di lui parli ora. Lo dobbiamo conoscere.

Veicoli: ci sono 6996 auto, 1000 motocicli, 7 trattori e 1 autobus. Il dato dei trattori è in costante calo negli ultimi 8 anni e questo ci rattrista.

Soldi: nel 2016 il reddito medio era di 19 mila e passa euro, in costante crescita dal 2001. Alla faccia della crisi.

LA SQUADRA:

La Real Cerretese è una signora squadra con una gloriosa storia alle spalle. E’ stata fondata nel 1946 da Cesare Zingoni con il nome Società Calcistica Cerretese. Disputa per circa 30 anni vari campionati, oscillando tra Seconda Categoria e serie D, fino alla stagione 1977-78, nella quale viene promossa in serie C2, dove rimane per le successive cinque stagioni.

I successivi 20 anni oscillano tra eccellenza, promozione e serie D fino alla stagione 2004-05 quando dopo alcune “diatribe” tra il presidente imprenditore pratese Sergio Principi e alcuni abitanti (non entriamo nel merito non conoscendo la vicenda) la “vecchia” Cerretese fallisce e riparte dalla Terza Categoria nella stagione 2005-2006 con la denominazione di Real Cerretese con il presidente Riccardo Palatresi che in pochi anni la riporta in categorie più consone alla sua storia.

Lo stadio è  l’“Alessandro Palatresi”, costruito nel periodo della C2. Ha una capienza di 1500 posti con una bella tribuna coperta.

Noi ci saremo e non faremo mancare il nostro supporto, perché “Io sto bene, io sto male, io lo so dove stare!”

[Chi indovina le due citazioni vince una spilletta]