Lebowski, il calcio come una volta senza moviola e senza tv

20/01/2011

Ragazzi sulle panchine di piazza D?Azeglio. ?Oh, ma icch? si fa??. Silenzio. Risposte nada de nada. Finch? non spunta una copia di ?Calciopi??, rivista che racconta tutto il calcio dilettantistico possibile e immaginabile, compreso quello pi? polveroso e periferico. ?Oh, guarda questi. Punti in classifica zero. Gol subiti 99. Altra roba. Oh, ma questi sono nostri, via ragazzi: si va??. S?, pi? o meno and? cos?. Era il 2004. L?anno del Cervia formula reality show. Tristezza.

Tutto nel grande brodo universale della tv padrona. Soldi, tanti soldi, frasi fatte e ancora soldi. Il calcio del duemila. Un format, appunto. Per questo quel gruppo di adolescenti sale sui motorini e vola fino a Porta romana, dove quel giorno scendono in campo le maglie nere e grigie dell?AC Lebowski, fusione di due squadre di calcio a sette, ventenni innamorati del cinema che decidono di avventurarsi in terza categoria col nome del Drugo dei fratelli Cohen e con la consapevolezza dei propri limiti tecnicotattici.? Ma niente pu? fermarti quando hai voglia di stare insieme e sporcarti la vita e le ginocchia di terra nel nome del pallone. ?Quando ci hanno visto arrivare sulle gradinate a fare il tifo hanno pensato che li stessimo prendendo per il culo?, racconta Francesco (oggi studente in sociologia), uno degli storici ultr? della curva Moana Pozzi, luogo immaginifico di aggregazione di gente che ha voglia di correre controvento per uscire dal ?gruppo?. ?Quasi tutti noi siamo tifosi della Fiorentina. Stanchi per? di dover sottostare a certe restrizioni imposte dall?alto che alla fine hanno trasformato quel mondo in un recinto dove divertirsi ? sempre pi? difficile. Noi ci siamo inventati un mondo a parte. E cos? per anni ci siamo divertiti per davvero?.

Gli Url (Ultimi Rimasti Lebowski), sono i tifosi della Curva Moana, quelli (pi? o meno 180 ragazzi nei giorni migliori) che per sei anni hanno seguito l? avventura di una squadra sistemata sul confine di tutto, una storia incredibile che non poteva non finire in un video initolato ?We love Lebowski?, creato da Ciboideale (progetto artistico firmato da Gianluca Rossetti e Andrea D?Amore), che sabato sera sar? proiettato al centro di arte contemporaneoa Ex 3 (Viale Giannotti 81).

?Il video racconta una storia davvero singolare. E la cosa ancora pi? singolare ? che per tutta la durata del filmato (40 minuti ndr) non c?? una sola inquadratura del campo di gioco? spiega Andrea D?Amore. Ma in effetti il campo in questo caso conta il giusto. E forse anche meno. Gli ultr? della curva Moana Pozzi sono una specie di micromondo.? Avanguardia tra genio e goliardia, voglia di ridere e inventare. ?Come quando andammo in trasferta a Grignano, vicino a Prato. Era novembre e noi ci siamo presentati vestiti da mare, in costume da bagno e con le pinne e le maschere.? Abbiamo invaso cos? il paese e il circolino e poi abbiamo srotolato uno striscione con scritto ?benvenuti a Grignano Sabbiadoro?. Ci guardavano come fossimo matti. Ma eravamo troppo felici?.
Tifo e pallone senza ansie e rancori.? A parte lo striscione ?Odio il Cervia? dedicato alla grande fiction della tv al potere. Poi per? c?erano anche le partite sul campo del Paganelli a Novoli. E cori casual. Con quello che urla ?Kebab? e gli altri che rispondono ?non sappiamo cosa diciamo?. Surrealismo fatto di sabati presi a calci, di bevute in compagnia, di trasferte in motorino neanche fossero finali Champions. Che poi nella vita le tue finali te le puoi pure inventare. Perch? ci sono giorni incancellabili anche nel week end del suguace degli Url. ?Come quella volta sul campo della Sancat a Coverciano, quando l?Ac Lebowski si prese la prima vittoria. Perdevamo 21, vincemmo 32.

Un momento epico. La nostra finale vinta. Non capivamo pi? niente. Altro che Champions?. Pazzesco. Un?esperienza diversa. Contro. Contro le imposizioni mediatiche. Contro l?overdose di banalit?. Contro la strategia della paura. Divertirsi. Punto. E cos? ? andata. Fino a che l?estate scorsa, dopo quasi sette anni di convivenza, i tifosi e la AC Lebowski non si sono lasciati. E i primi hanno fondato la CS (Centro storico) Lebowski. Spiega Francesco: ?Niente di terribile. Il fatto ? che loro ormai hanno tutti una trentina d?anni. Noi poco pi? di venti e volevamo mantenere lo spirito giusto, cos? abbiamo messo su una squadra tutta nostra?. Sempre in nome del bel faccione di Jeff Bridges. Volete sapere perch?? Ecco la risposta: ?Perch? uno di loro viveva proprio come il Drugo del film dei fratelli Cohen?.? Non c?? male per un atleta. Che bella storia, no?

di BENEDETTO FERRARA

Fonte: http://firenze.repubblica.it/sport/2011/01/20/news/lebowski

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