LETTERA ALLE AUTORITÀ FEDERALI SULLA RATA D’ISCRIZIONE AL CAMPIONATO FEMMINILE

Spett.Li

FIGC – C.R. TOSCANA

crt.toscana@lnd.it

 

Caro Presidente,

con la presente, facendo seguito alla pubblicazione dell’ultimo C.U. (n.56 del 22/03/2021), siamo a comunicarLe le nostre riflessioni che, in qualche modo, auspichiamo possano giungere ai vertici della L.N.D. nelle prossime occasioni utili.

Nel C.U. indicato sopra veniva pubblicato – e si cita testualmente – che “per quanto attiene, viceversa, le Società aventi titolo a partecipare i Campionati apicali regionali 2020/2021 di “preminente interesse nazionale”, di Calcio a 11 e di Calcio a 5, sia maschili che femminili, in ottemperanza a quanto deliberato dalla LND, le stesse dovranno provvedere al versamento delle quote, nella misura dovuta, alle seguenti scadenze (31 Marzo/30Aprile/20Maggio)” . 

Appresa con una certa sorpresa la decisione di richiedere il saldo delle iscrizioni anche per coloro che avevano scelto di “non ripartire”, informazione mai esplicitata in precedenza, ci siamo sentiti in dovere di condividere una riflessione che, partendo appunto da questa decisione, vorrebbe estendersi a una considerazione di carattere più ampio. 

Ci preme precisare, infatti, che la nostra sorpresa non riguarda tanto la cifra richiesta (ridotta in seguito ai contributi previsti), quanto, piuttosto, l’opportunità e le tempistiche della stessa.

Nei mesi e nelle settimane trascorse, e non per ultimo durante i contatti e le riunioni con il CRT, sono sempre state manifestate le gravi condizioni economiche in cui le società hanno versato – e tuttora versano – a causa dell’emergenza da Covid-19, che ha tolto risorse (mancati incassi da biglietterie, ristorazione, quote iscrizioni, etc.) e aumentato costi e incertezze.

Quando ci siamo trovati a valutare un’eventuale ripartenza, non è stato possibile avere notizie certe circa i costi e le esigenze organizzative per lo svolgimento dell’attività sportiva. In un clima di tale incertezza, ribadendo l’impossibilità di sostenere a livello organizzativo – ma soprattutto economico – una ripartenza in simili condizioni, abbiamo scelto di non proseguire la stagione sportiva partecipando a una competizione agonistica (nel nostro caso, il Campionato di Eccellenza femminile) le cui medesime peculiarità organizzative ed economiche rimanevano, per così dire, un “salto nel buio”. La scelta di “non ripartire”, quindi, deve ritenersi una scelta forzata e obbligata per le molte società che non si trovano nelle condizioni di poter rischiare ulteriormente, per non mettere a repentaglio proprio la sostenibilità della prossima stagione. 

Ci disorienta anche la disparità di trattamento tra le manifestazioni sportive che non si svolgono perché sospese, e quelle che non si svolgono in quanto le società hanno legittimamente scelto di non disputarle. Ci chiediamo che differenza possa veramente esserci (ed è solo un esempio dei tanti che si potrebbero fare) tra una squadra di Promozione maschile, il cui campionato non riprenderà per decisione “d’ufficio”, e una squadra di Eccellenza femminile, il cui campionato ugualmente non riprenderà per la rinuncia di 8 squadre su 10, ma che invece sarebbe tenuta a versare questa cifra!

Da più di un anno, quindi, le società sportive hanno visto ridotta la loro capacità di introito mentre le spese aumentano o, nel migliore dei casi, rimangono stabili (manutenzione, utenze, una parte del personale, etc.). Non sono stati erogati aiuti sostanziali e strutturali, e stiamo “galleggiando” nella quotidianità che, ormai da troppo tempo, non accenna a consentire una programmazione, una visione, una progettualità che possa guardare al futuro, alla vera ripresa dell’attività sportiva, senza la quale, oggettivamente, ci chiediamo dove si possano vedere elementi di sostenibilità organizzativa ed economica, ovvero di entrate, per i Club. 

Ed è proprio sulle stesse società che grava un evidente “rischio di impresa”, soprattutto adesso, per quanto attiene la sopravvivenza e la quotidianità dell’attività sportiva.  Non si può richiedere di aggravare ulteriormente questo fardello, in questo momento e soprattutto per realtà che, spesso, vanno avanti con attività di volontariato o, comunque, in assenza di fini di lucro. Anche in questa stagione abbiamo proceduto, con enormi sforzi, fiducia e indebitamento, al versamento degli importi Federali (iscrizioni, tasse di affiliazione, tesseramenti, cartellini, etc.), cosa che già dopo una stagione interrotta a metà ha costituito un ulteriore aggravio economico.

Non riteniamo accettabile che per il secondo anno consecutivo, nell’attuale situazione emergenziale, tenendo conto della crisi economica piombata sullo sport dilettantistico, questi costi debbano essere nuovamente sostenuti dalle società sportive ma, al contrario, pensiamo che questi dovrebbero rimanere  una competenza propria di FIGC/LND. Esattamente allo stesso modo in cui le società sportive hanno dovuto continuare a pagare le utenze di propria competenza, a ridurre le quote di iscrizione, a dilazionare in tempi molto lunghi il saldo di queste ultime (in molte società ancora non si è riusciti, ovviamente, a riscuotere tutto il dovuto, cosa che genera una grande incognita in seguito alla scarsa attività e/o all’abbandono da parte di atleti/e), e a svolgere una serie di interventi finanziari per il sostentamento e la salvaguardia dell’attività nel suo complesso.

Un aspetto non secondario che intendiamo sottolineare è anche quello della funzione sociale delle società sportive dilettantistiche. Proprio in questo periodo di pandemia, che avrà conseguenze per molti anni su tutti gli aspetti del vivere sociale, spesso sentiamo ripetere che è importante investire sulla salute e l’educazione. E riguardo a questi aspetti, proprio le società sportive sono dei presidi fondamentali sul territorio, in cui ragazzi e ragazze di tutte le età passano molte ore alla settimana apprendendo aspetti fondamentali della vita sociale e coltivando stili di vita salutari. Insomma, se dalle dichiarazioni d’intenti queste realtà sportive sembrerebbero dover essere destinate, adesso e nei prossimi anni, a ricevere sovvenzioni e facilitazioni proprio per la loro funzione sociale, quando invece si scende sul terreno concreto succede esattamente il contrario. E questo ci pare davvero di un’enorme gravità. 

In una situazione come quella che stiamo vivendo ormai da più di un anno, ci sembra sempre più necessario che si instauri un legame più consapevole e reale tra FIGC/LND e società sportive, attraverso il quale, andando oltre gli aspetti formali, si possa essere in grado di interpretare le esigenze, le problematiche e le varie situazioni anche tramite valutazioni di carattere sostanziale.

Per quanto attiene, ad esempio, all’esperienza che ci riguarda nello specifico, si vuol ricordare che, per gran parte, il campionato di Eccellenza femminile è costituito da formazioni di giocatrici dilettanti che non percepiscono alcun compenso. Sono lavoratrici, mamme, studentesse, sportive che, due o tre sere alla settimana, dopo cena, si ritrovano per gli allenamenti, in campi di periferia, in società gestite da volontari o da soggetti che percepiscono un mero rimborso spese. 

Non siamo certamente di fronte a professionisti, o a società – o settori di una società – altamente strutturati per i quali si possa ritenere che, con il semplice riconoscimento formale di “interesse nazionale”, questi soggetti possano adempiere (per organizzazione e possibilità economiche) alle esigenze che richiedono protocolli sanitari e investimenti su personale e logistica di una certa rilevanza. Insomma, l’idea di applicare gli stessi protocolli della Serie D maschile all’Eccellenza femminile senza un piano dettagliato di sostegno economico e organizzativo a nostro parere non è nemmeno pensabile.

Alla luce di tali considerazioni, dunque, non solo siamo a richiedere di valutare una sospensione delle iscrizioni anche per le società “aventi diritto”, ma siamo soprattutto a richiedere che, al più presto, ci venga comunicato come la FIGC/LND intenderà procedere per la prossima stagione sportiva 2021/22 rispetto agli importi versati nel 2020/21 (tesseramenti, iscrizioni di campionati non svolti, etc.).