PROSSIMA TRASFERTA: CALENZANO

Come le persone più attente ricorderanno, domani alle 15.30 inizia il campionato e giocheremo a Calenzano, ma stavolta saremo la squadra in trasferta. E, udite udite, torna la rubrica più bella del mondo, la nostra GUIDA ALLE TRASFERTE!
Dove eravamo rimasti? Cos’era, il 2019? Il 1994? Andreotti era ancora vivo? Accorsi già recitava di merda?
Lo scrivente neanche si ricorda più come si faceva la rubrica della trasferta. Ricorda dei numeri, dei dati senza senso, dinosauri, cose a caso e case diroccate.
Insomma qui una volta era tutta una rubrica e nessuna che arrivava in orario.
Poi è arrivata un attimo una pandemia, lo scrivente è diventato padre, confini e tempi si sono dilatati, starnuti nei pannolini e merda negli avambracci, o qualcosa del genere.
Passa il tempo ma noi no e senza preoccuparsi un po’ mi chiama uno di quelli che si sbatte e mi chiede:
– Quello che si sbatte (qcss, per gli amici): “Ma la rubrica la si rifà?”, chiede con piglio entusiasta.
– Lo scrivente (scrivente per gli amici): “Chi sei? Che vuoi? Non ti conosco? Straniero, brutto” risponde con gioia piacentina.
– Qcss: “Dai, si va a Calenzano. E’ stata la tua prima trasferta con noi mille secoli fa”
– Scrivente: “Davvero? Io non ricordo nulla antecedente al primo gennaio 2020”
– Qcss: “Davvero! Allora la fai?”
– Scrivente: “Ok. Ma arriverà in ritardo”.
CALENZANO UNA STORIA DI MILLE MILA ANNI
Di Calenzano si potrebbe dire tantissimo a partire dal suo borgo medioevale che ha mantenuto il suo aspetto caratteristico di villaggio fortificato a pianta ovale. Si potrebbe raccontare la storia dei Conti Guidi o fare una digressione sul valore strategico militare del suo castello durante l’assedio di Firenze. Si potrebbe parlare di un botto di cose, ma questo non è un corso sul medioevo, lo scrivente non è Barbero, né tantomeno prendiamo soldi dal touring club e quindi senza una ragione apparente parleremo del diaspro rosso.
Il diaspro è una roccia sedimentaria formata da quarzo con impurità di ferro che lo fanno diventare di colore rosso, si forma in acque piene di silice in mille mila milioni di anni, poi i mari si prosciugano, eruzioni a go go, terremoti qua e là e spuntano fuori le rocce di diaspro.
Una di queste è spuntata fuori proprio dalle parti di Calenzano.
È circa il 40.000 avanti cristo, sembra un martedì pomeriggio, quando un Homo erectus passando da quelle parti inciampa sul Diaspro, si fa un taglio della madonna e intuisce, come solo gli uomini erectus sapevano intuire cioè grugnendo, che con quella roccia può fare il culo a strisce ai cinghiali. Trova una caverna, si ferma e inizia a fabbricarsi lance di diaspro rosso per poi organizzare molte grigliate con gli amici per migliaia di anni, lasciando un casino di resti in giro per Calenzano e dintorni che hanno fatto eccitare più di un paleontologo.
Ma l’orologio della storia non si ferma con le cinghialate preistoriche, altro giro di giostra e dalle parti di Calenzano spuntano i liguri che, come si può facilmente intuire, venivano dalla Liguria.
I liguri sono una delle antiche popolazioni italiche pre-romane che tutto sommato se la vivevano abbastanza bene. Era una società divisa in tribù senza uno stato centralizzato e il territorio della tribù era di proprietà collettiva e nella società prevaleva uno spirito egualitario e comunitario. Anche la condizione delle donne per l’epoca era la più emancipata immaginabile, nel senso che avevano il diritto di scegliersi marito e di partecipare ai comizi tribali, quelli che oggi chiameremmo “assemblee”. Qualcosa di questo retaggio è rimasto nelle comunità dell’alto appennino parmense, le “famose” comunaglie (seguirà seminario ad hoc) e in qualche squadra di calcio di nostra conoscenza.
Ah, non esisteva la schiavitù. Ma solo perché i prigionieri di guerra venivano uccisi. Oh, stiam pur sempre parlando di tribù di liguri di 4000 anni fa, mica del sol dell’avvenire.
Comunque poi i liguri verranno cacciati dagli etruschi, che poi verranno cacciati dai romani e poi il resto diciamo che lo sapete.
Ok, bello, ma Calenzano? I numeri random? Le case diroccate? La percentuali di single e accoppiati che tanto appassionavano grandi e piccini?
Eh, sto giro è andata così. E poi devo cambiare il pannolino a mio figlio che ha appena cacato un diaspro rosso.
PS: Secondo Wikipedia esiste una frazione che si chiama “Nome di Gesù”. Oggi uno di quelli che si sbatte è andato a cercarla per fotografare il cartello e per cercare di capirne di più. Abbiamo degli inviati che neanche la vita in diretta. Però non l’ha trovata. E sono volati molti nomi di Gesù.