THE FINAL COUNTDOWN, EPISODIO 5 (-6 giorni)

LO STADIO

“La grafica è sbagliata, si chiama Bozzi non Buozzi, digli di rifarla”. Una frase che negli anni è stata ripetuta spesso nelle nostre chat, ma siamo sicuri non solo nelle nostre. La diatriba sul vero nome dello stadio situato in località Due Strade è infatti uno dei ritornelli più in voga nel calcio dilettantistico fiorentino. E la cosa straordinaria è che la stessa identica dinamica delle nostre chat si è verificata anche nel momento in cui si è trattato di dare il nome ufficiale allo stadio. Ma andiamo con ordine.

La prima fondazione dell’impianto risale addirittura al 1919, quando funge da elemento ricreativo per l’adiacente casa dei reduci di guerra, che nel giro di pochissimi anni diventerà casa del fascio. La predisposizione – tipica dell’epoca – all’assegnazione di nomi creativi, fa sì che ci giochi una squadra di nome Littorio, e che fino al 1945 lo stadio si chiami “campo Littorio”.

Nel 1945 come sappiamo le cose cambiano abbastanza repentinamente in molti angoli d’Italia, e lo stadio delle Due Strade conosce lo stesso destino: viene intitolato infatti a Gino Bozzi, partigiano fiorentino caduto in quel di Pistoia. Negli anni successivi la casa del fascio diventa casa del popolo (più avanti verrà poi demolita), e nasce il gruppo sportivo del Marzocco, che ottiene l’assegnazione del campo nel 1959 e nel 1963 si fonde con la Rondinella.

Lo stadio non c’entra molto con quello che vediamo ora, le tribune sono in legno e ferro e non c’è ancora la viabilità stradale che permette di fare il giro dell’impianto come adesso. Inoltre per diversi anni lo stadio viene poco utilizzato, perché la Rondinella a cavallo tra i Sessanta e i Settanta va a giocare altrove.

La più importante ristrutturazione avviene tra il 1978 e il 1979, e dà all’impianto una forma più simile a quella attuale: le uniche differenze sono che la tribuna è scoperta e la curva è più piccola e di tubi innocenti. La viabilità diventa invece quella attuale. La Rondinella può tornare a giocare in un Bozzi vestito a festa, e per l’inaugurazione gioca un’amichevole con la Fiorentina. Di lì a poco il club passerà i suoi migliori anni, con le stagioni in C che convincono l’amministrazione ad ammodernare ulteriormente gli spalti: prima la tribuna viene coperta, poi nel 1987 viene costruita la grande curva in muratura, ma è “troppo tardi”. La squadra è già retrocessa in C2, nel 1990 scenderà nei dilettanti e si riaffaccerà in C2 solo per tre stagioni negli anni Novanta.

Nei primi anni del nuovo millennio, ecco che all’improvviso viene fuori che non si sa più come si chiama lo stadio. Nessuno aveva mai preso l’iniziativa di mettere una targa nel corso dei lunghi decenni, e nei faldoni di carte comunali era nato il grande equivoco. Probabilmente a causa di un refuso, lo stadio risulta intitolato a Gino Buozzi e diventa il primo caso al mondo di stadio intitolato a una persona che non esiste. Accortisi del refuso, gli oscuri funzionari dicono “ma che diamine di errori, si tratterà sicuramente del ben più noto Bruno Buozzi”, anch’egli del resto un antifascista e dirigente sindacale ucciso dai tedeschi nel corso del conflitto. A porre fine al mistero, alcuni appassionati tirano fuori delle locandine d’epoca su cui campeggia il vero nome originale dello stadio, restituendo così al buon partigiano Gino quello che gli spettava. Ora hanno anche messo una targa.

Dal 2013 il manto erboso è sintetico e il Bozzi è diventato centro federale, per cui ospita stage e attività nazionali varie. Fino alla costruzione del Viola Park ci hanno giocato la Primavera e la Femminile della Fiorentina. Ma soprattutto, il Bozzi è “la Scala del calcio dilettantistico toscano”: ci si giocano moltissime finali di campionati e Coppe delle varie categorie di dilettanti e giovanili, tra cui la finale di Coppa Italia Dilettanti.

La gestione dell’impianto è in mano al Porta Romana, ma ci disputa le proprie partite anche la Rondinella. È stata anche “casa nostra”, anche se temporaneamente. Lì abbiamo giocato la prima parte della nostra prima stagione sotto il nome di Centro Storico Lebowski, nel 2010/2011, e lì siamo tornati a giocare alcune nostre partite interne durante il periodo in cui arrivò Borja Valero ed erano ancora in vigore le restrizioni Covid.

Mercoledì 10 aprile alle ore 20.30 ci giocheremo per la prima volta una finale.

(Un grande ringraziamento a Cristiano Fattori per le preziose informazioni storiche)